Stiamo vivendo da un anno questa pandemia, tra incertezze, paura e stanchezza anche mentale per il nuovo stile di vita a cui abbiamo dovuto abituarci senza un minimo preavviso. C’è un disastro economico e di lavoratori che oggi più che mai sono terrorizzati di quanto sta per arrivare.
In un anno molti di noi hanno perso familiari, amici e il lavoro. Molti di noi hanno dovuto fare bagni di umiltà e alzare la mano per chiedere aiuti economici e psicologici. Quello che mi rattrista è che rispetto a un anno fa, dove eravamo uniti e la paura ci spingeva alla coesione sociale, ora siamo tornati a fregarcene e a pensare per noi soli. Non c’è più pazienza né rispetto delle regole. Si è recalcitranti e questo porterà a un continuo disgregarsi della società e a un peggioramento delle crepe già presenti come la violenza domestica e i disturbi alimentari (a oggi 1/3 dei ragazzi ha visto questo problema nel 2020). Le principali notizie citano argomenti che ruotano attorno al Covid: zone arancioni e rosse, 6 milioni di ragazzi in DAD e vaccini.
NEL MONDO
Un susseguirsi di nervosismo e di uscite nevrotiche che spesso ci fanno perdere le priorità, le reali preoccupazioni.
Mi permetto, senza nulla togliere alle nostre storie nazionali di disoccupazione e problemi familiari, di portare l’attenzione anche a ciò che sta accadendo fuori dall’Europa. Perché si sta registrando un’escalation di violenza e morte.
Vi elenco alcuni fatti:
Mozambico: ragazzi e bambini trucidati dall’issi
Birmania: 138 dimostranti uccisi dall’esercito in questo periodo di golpe, nell’ex capitale istituita la legge marziale e stop al traffico internet
Siria: 6 personalità del regime sanzionate per il conflitto da UK
Nigeria: rapiti alunni di una scuola elementare da un gruppo di militanti armati
Congo: 15 civili massacrati dalle milizie ugandesi dell’AFD
Iraq: feriti tra manifestanti e forze dell’ordine a Najaf
DIVERSE GUERRE
In italia stiamo vivendo una guerra, silente e pericolosa, ma non abbiamo folli militanti armati che ci ammazzano i familiari e i figli, non dobbiamo rischiare di perdere la vita durante manifestazioni per i diritti umani. Cerchiamo di provare più compassione per l’altro.